Villa Borromeo-Fantoni sorge in un contesto di grande valore paesaggistico in prossimità del Parco Naturale del Fiume Brenta, a San Giorgio in Brenta (Fontaniva, PD). Il fiume ha sempre offerto a chi abita il suo territorio risorse, possibilità di commerci, protezione e sicurezza; è qui, nei pressi della “montagnola”, un’altura naturale e antico paleoalveo del fiume, in prossimità della zona naturale delle risorgive, che la famiglia dei Conti Borromeo colloca la propria dimora estiva. Un organismo vivo, radicato nel territorio, emblema della potenza di una famiglia anche rispetto al paesaggio circostante e ad altre costruzioni che ne compongono il contesto.
L′edificio è l′esito delle trasformazioni successive, non sempre facilmente coordinate e riconoscibili, che dal XV al XIX secolo hanno portato una classica casa rurale a diventare il Palazzo che oggi conosciamo costituito da un corpo principale tripartito, su tre livelli e cantina, con facciata principale rivolta ad est cui si aggiunge un loggiato a due piani affacciato a sud. Una Villa- organismo che si è sviluppata grazie ad una relazione biunivoca tra le parti che la compongono (barchesse, annessi rurali, mulino, pile per il riso, segherie per tronchi d’albero, ghiacciaia, fornace per mattoni, calcara...) e la proprietà su cui gravita ( 2100 campi padovani molti coltivati a riso).
Il restauro di Villa Borromeo ad uso Museo Agricolo voluto dall′Amministrazione comunale per salvaguardare un bene sicuramente destinato alla rovina, consente un potenziale uso flessibile degli spazi secondo tre ipotesi di utilizzo non contemporaneo: MUSEO: attività primaria, RICEVIMENTO: attività secondaria, CONVEGNO: attività secondaria. Il progetto ha previsto, oltre ai lavori di restauro e conservazione del bene, la ridefinizione del layout d’uso degli spazi, nuove dotazioni impiantistiche e d’arredo, nuovi locali di servizi igienici, ridefinizione degli spazi ad uso ristoro museale localizzati nel piano interrato, interventi di dettaglio per opere di completamento e finitura (come i parapetti). Il ripensamento di alcuni collegamenti (verticali e orizzontali) ha assunto particolare rilievo progettuale, consentendo una generale valorizzazione di tutti gli spazi della villa, oltre che una generale flessibilità d’uso degli stessi.
Al piano terra, da est o da ovest, si accede ad un ampio salone centrale rispetto al corpo di fabbrica principale su cui si aprono direttamente due vani contrapposti sul lato est, un corpo servizi sull′angolo nord-ovest e due stanze passanti che conducono al portico.
Un ampio scalone conduce al salone principale del piano nobile la cui importanza è enfatizzata dall′altezza importante del soffitto e già luogo destinato, nel periodo settecentesco, a feste e a celebrazioni religiose. Qui si aprono nuovamente due vani contrapposti sul lato est, e uno posto all′angolo nord-ovest oltre a due stanze passanti che accompagnano al piano nobile della loggia aperta sul paesaggio naturale a sud e collegata ad esso mediante una scala esterna indipendente posta ad ovest. Una porzione del palazzo, all′angolo sud est, con accesso autonomo dal portico sottostante il loggiato, è stato infine destinato alla realizzazione di un alloggio per il custode, sviluppato su due livelli e indipendente rispetto agli ambienti museali.
Al piano secondo, in origine granaio, si accede per mezzo di due nuove scale, poste sui lati contrapposti rispetto al salone principale. Un ascensore serve da piano terra il piano primo e, parzialmente, il piano secondo, limitandosi in questo caso a consentire l′accesso all′ultimo pianerottolo della scala nord e da questo con ultima rampa al livello sottotetto.
Un nuovo ponte in acciaio che collega le porzioni isolate del granaio poste rispettivamente a nord e a sud del salone principale ha parzialmente riunificato la lacerazione della superficie del solaio legata all’intervento di innalzamento del soffitto del salone principale voluto nel ‘700.
La villa è inoltre dotata di una cantina, ora prevista ad uso spazio di ristoro, collocata nella porzione probabilmente più antica dell′insediamento affacciata a sud e a est in virtù della morfologia del suolo che su questo lato presenta andamento variabile. Alla cantina si può anche accedere dal lato nord dove, in corrispondenza del sottoscala dello scalone principale si apre una rampa gradonata utilizzata un tempo per far rotolare le botti fino al piano interrato. A questo livello si accede ora sia attraverso un ingresso posto sul lato sud sia attraverso questa rampa sulla quale è stata collocata, in appoggio, una nuova struttura gradonata facilmente percorribile in sicurezza. Qui trovano posto i tre locali della vecchia cantina e alcuni servizi igienici per personale e utenti degli spazi rinnovati.
Progetto Definitivo: arch. G. Scudella, arch. A. Brotto (2006-2012)
Progetto Definitivo – Revisione e aggiornamento del progetto delle opere di completamento a seguito di risoluzione contrattuale: ing. arch. Giorgio Simioni (2013)
Direzione Lavori: ing. arch. Giorgio Simioni (2014-2018)
Crediti Fotografici: Aldo Amoretti
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